Skip to main content

Quando organizziamo o partecipiamo a un aperitivo o a una cena in piedi, basta appoggiare in un momento di distrazione il nostro calice su un qualsiasi piano d’appoggio, per rischiare di dimenticarci dove l’abbiamo messo, oppure per ritrovarlo affiancato da un altro bicchiere identico al nostro… e riconoscerlo diventa impossibile. L’ideale sarebbe personalizzare il proprio calice. E così, un po’ per gioco, ha pensato Patrizia Santoli, architetto, a un party, vedendo gli ospiti appoggiare i propri bicchieri nei posti più improbabili per poterli ritrovare al bisogno. E sempre per gioco, confezionò con le perline della figlia una sorta di anelli da disporre attorno agli steli dei calici. L’idea le piacque, però era troppo laborioso metterli e toglierli. Considerò allora di perfezionare il progetto pensando a “qualcosa” che permettesse di aprire e chiudere questi anelli in modo da agganciarli agevolmente attorno ai calici; provò con una calamita, e funzionò. Volle però dare un nome alla sua invenzione e fu il figlio a nominarli I Gingilli. Si tratta di una sorta di catenine (sembrerebbero orecchini) con chiusura magnetica brevettata ispirati a diversi temi declinati con nomi di fantasia: intrecci, riflessi, gocce, geometrie, tacco 12, stelle di mare, pesciolini e via elencando. I segnabicchieri sono confezionati in piccole borsette trasparenti contenenti 6 pezzi, con una manina applicata per testimoniare che sono fatti a mano. Patrizia Santoli, oltre a essere architetto, ha vissuto numerose esperienze nel campo della progettazione, ristrutturazione e comunicazione aziendale. Chi volesse conoscere la sua collezione, o acquistare i suoi “gingilli” la contatti qui.

Di questo Autore